Difondo, gruppo di stanza tra l’Italia e la Francia , opera nel campo della musica elettroacustica, attuando una multiforme ricerca timbrica su materiali musicali e concreti per poi rielaborarli attraverso l’improvvisazione collettiva.
Le modalità esecutive, che includono il campionamento dal vivo, l’elaborazione digitale dei suoni e la spazializzazione mirano a creare una dimensione esperienziale da condividere con l’audience.
Le modalità esecutive, che includono il campionamento dal vivo, l’elaborazione digitale dei suoni e la spazializzazione mirano a creare una dimensione esperienziale da condividere con l’audience.
Le fonti sonore, ricavate dall’uso di strumenti giocattolo, oggetti sonori, parlati preregistrati e registrazioni ambientali, sono di volta in volta utilizzate per creare dei mondi legati ad una riflessione su temi di interesse contemporaneo.
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Difondo “Habitat” (2011)
03. koto sun
04. muta
05. habitat
06. senza ferro*
07. resilienza
08. addio mio concubino
09. candriai
Giampaolo Campus: sound objects, assorted percussion, zither, vibraphone, glasses, waterphone, piano, live electronics;
Sergio Camedda: sampler, sound objects, harmonica, balloons, piano, live electronics;
Giuseppe Casu: electric guitar, voice.
Difondo - Bioma (2010)
Difondo - Habitat (2010)
Habitat è già stato pubblicato nel settembre 2010 dall’etichetta italiana La bél netlabel. Nella versione pubblicata da Parafonica Netlabel prevede anche l’aggiunta del pezzo Candriai pubblicato nella compilation Arte nel Rumore vol II per perla Ozky e-sound netlabel.
Difondo is an electroacoustic music group, based betweenItaly and France . It takes ahead a timbrical research on musical and concrete materials which are then reworked through collective improvisation.
Difondo – Habitat (2011)
Questo lavoro nasce da due sessioni di improvvisazione registrate nella prima parte del 2009 e quindi elaborate al computer nella primavera del 2010.
Usare la metafora del concetto di “habitat” per dare il titolo a questo album nasce dal desiderio di considerare lo spazio sonoro secondo una dimensione in cui i processi musicali attuati siano idealmente riconducibili a modalità di sviluppo e connessione tipiche dei processi in natura.
In questa prospettiva ogni pezzo è da considerarsi a se stante con un suo specifico habitat che, a sua volta, come in un mosaico, contribuisce alla creazione di una dimensione omogenea e immersiva dell’ascolto.
In senso più ampio, l’uso del termine “habitat” fa riferimento ad una visione della musica che Cage definirebbe “ecologica” propria nel suo ideale tentativo di considerare tutti gli aspetti del campo sonoro come appartenenti al campo naturale senza separazioni di genere quanto piuttosto come “un insieme gioco dei suoi elementi”.
L’enfasi dedicata al concetto di “habitat” ci porta quasi naturalmente a dedicare il presente lavoro alle celebrazioni legate alla scelta del’ONU di considerare il 2010 come l’anno della biodiversità come ideale supporto ad una riflessione sul vivere quotidiano inteso come vitale e essenziale legame con l’ambiente che ci circonda, il nostro “habitat“ appunto.
Habitat è già stato pubblicato nel settembre 2010 dall’etichetta italiana La bél netlabel. Nella versione pubblicata da Parafonica Netlabel prevede anche l’aggiunta del pezzo Candriai pubblicato nella compilation Arte nel Rumore vol II per per
Difondo: Candriai
Pubblicata il 30.06.2010 nel II volume della compilation Arte del Rumore per la ozky e-sound netlabel.
Questa composizione nasce dal desiderio di riflettere in musica sul concetto di rumore, come richiesto dal committente, quanto di cimentarsi con dei materiali essenzialmente concreti e ambientali.
Nello specifico questi ultimi traggono la loro origine da una serie di registrazioni ambientali tenute a Candriai sul Monte Bondone (Trento), località da cui la composizione prende il titolo. L’eco della valle, lo scalpiccio dei passi, lo scricchiolio di rami e foglie, il tintinnare di una struttura metallica si alternano ai suoni quotidiani della casa o alle fasce apparentemente musicali ma che, in realtà, non sono altro che la manipolazione di materiali concreti.
Questa sovrapposizione di ambienti, timbri, dinamiche diverse (dal fortissimo al silenzio) riporta in musica la riflessione sul concetto di rumore presente nel blog qui sopra e afferma, una volta in più, in chiave musicale, la volontà di considerare l’universo come inesauribile fonte di suoni da ascoltare e, in ultimi analisi, da vivere.
English Text
Difondo is an electroacoustic music group, based between
The performing modes, which include live sampling, live sounds digital processing and live spatialization, aim to create an experiental dimension to share with the audience.
Sound sources, usually taken from toy instruments, sound objects, spoken words recordings and field recordings are from time to time used to make up worlds linked with a reflection on contemporary themes.
Sound sources, usually taken from toy instruments, sound objects, spoken words recordings and field recordings are from time to time used to make up worlds linked with a reflection on contemporary themes.
Difondo – Habitat (2011)
This work starts from two improvisation sessions recorded in the first part of 2009 and then edited on the computer in spring 2010.
Using the metaphor of “habitat” to give the title to this album comes from the desire to imagine the sound space as a dimension in which the musical processes are ideally considered at the same strength of the typical developing and connection processes (occuring) in nature.
For this reason every piece has to be seen as closed in itself, as a specific habitat, but at same time contributing, as a jigsaw part, to create an immersive listening dimension.
In a wider sense the term “habitat” refers to a music vision which John Cage would define “ecological” in his ideal effort to consider all the aspects of the sound field as belonging to nature without genre distinction or, may be better, as “a whole game of his elements”.
The emphasis given to the term “habitat” takes us to dedicate this work to the celebrations linked with the ONU’s choice of declaring 2010 as the “Year of the Biodiversity”. This as an ideal support to the reflection on human life considered in its essential relationship with the environment surrounding us, our habitat indeed.
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